Chiediamo all'Amministrazione comunale di Brescia un cambio di passo nella gestione dei rapporti con A2A. Superare il modello della gestione dei rifiuti basato sull’incenerimento deve diventare un obiettivo primario.
L’impianto di incenerimento di Brescia era nato con l’esclusivo obiettivo di smaltire i rifiuti urbani non ulteriormente differenziabili prodotti localmente, in virtù del principio di prossimità.
In un contesto come quello descritto nel rapporto dovrebbero essere allo studio adeguati e tempestivi rimedi per ricondurre l’attività del termovalorizzatore al fabbisogno di incenerimento locale. Al contrario, è invece in atto un conferimento allo stesso di quote sempre maggiori di rifiuti importati da fuori provincia.
Il risparmio energetico e lo sviluppo continuo di tecnologie in grado di produrre e distribuire calore senza attivare processi di combustione consentirebbe già oggi di soddisfare il fabbisogno di calore della città anche con una riduzione significativa dell’apporto dell’inceneritore. Pertanto un riequilibrio si impone.
Non è nemmeno tollerabile che siano sistematicamente eluse indagini specifiche sui terreni circostanti l’inceneritore per verificare lo stato di inquinamento del suolo. approfondisci
Nel 2008 sono state scoperte elevate concentrazioni di diossine nelle partite di latte conferite alla Centrale del Latte di Brescia da alcune aziende agricole ubicate immediatamente a sud della cintura urbana, proprio nei dintorni dell’inceneritore. approfondisci
Avanziamo pertanto tre proposte alle istituzioni pubbliche: